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sabato 10 dicembre 2011

Il natale

Il Natale è la principale festa dell'anno.
Festa che nella tradizione popolare era legata alla chiusura di un ciclo stagionale e
alla apertura del nuovo ciclo. La festa appartiene all'anno liturgico cristiano,
in cui si ricorda la nascita di Gesù Cristo, che nella Cristianità occidentale cade il 25 dicembre,
mentre nella Cristianità orientale viene celebrato il 6 gennaio.

La nascita di Gesù viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C. Il Natale non viene introdotto subito come festa Cristiana,
ma bisogna aspettare l'arrivo del Quarto secolo nell'Impero Romano, e più tardi anche nelle zone dell'Oriente.
La festa cristiana si intreccia con la tradizione popolare. Prima del Natale Cristiano c'era la festa del Fuoco e del Sole, perché
in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè il giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi.

Nell'antica Roma si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo di pace, si scambiavano
i doni, e si facevano sontuosi banchetti. Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d'inverno. Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano
decise che il 25 dicembre si festeggiasse il Sole. E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case
doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio,
e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro.

Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.
E siamo ai giorni nostri, il nostro Natale deriva da tradizioni borghesi del secolo scorso, con simboli e usanze sia
di origine pagana che cristiana. Il natale è anticipato dalla vigilia, che dovrebbe essere una giornata di digiuno
e di veglia a cui ci si prepara ai festeggiamenti delle feste. Nelle case viene allestito un presepe (o presepio),
specie nei paesi meridionali, o un albero di tradizione più nordica.

LA LEGGENDA DI BABBO NATALE

LA LEGGENDA DI BABBO NATALE

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La leggenda associa la figura di San Nicola a Babbo Natale
"Era una fredda notte d'inverno, fra gli anni 243 e 366 dopo Cristo, quando nell'antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le prime "stranae" per festeggiare il "dies natalis". Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di frutta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno. Ma la storia di Babbo Natale da dove comincia?
Pare che abbia avuto inizio circa millesettecento anni fa in Licia, in Medio Oriente, vicino alle coste dell'attuale Turchia.
Un giovane di nome Nicola, orfano di una famiglia molto ricca, venne portato in un monastero per essere educato da prete.



Il giovane vi trascorse la giovinezza e quando uscì divenne vescovo di Myra. Donò tutte le sue ricchezze ai poveri e da allora dedicò la sua vita ad aiutare il prossimo.
Si diceva che fosse in grado di compiere miracoli e portasse sempre in salvo le imbarcazioni che si perdevano nelle tempeste


L'incredibile fama di Nicola, divenuto intanto Santo, si diffuse presto per terre e per mari tanto che un gruppo di cavalieri italiani, travestiti da mercanti, nel 1087, trafugò le sue spoglie per portarle a Bari. Lì gli fu costruita una stupenda basilica che divenne poi lUogo di pellegrinaggio per i cristiani.
La leggenda più famosa sulla vita di questo santo, ricordata anche nel Purgatorio di Dante (XX, 31-33), racconta di un nobiluomo caduto in disgrazia si disperava per la sorte delle sue tre giovani figlie per le quali non aveva una dote disponibile.

Nicola volle aiutare la famiglia e, per tre notti consecutive, gettò dentro la finestra del loro castello tre sacchi pieni di monete d'oro. La terza notte trovando chiuse tutte le finestre Nicola fu costretto ad arrampicarsi sul tetto per calare le monete giù dal comignolo. L'oro, cadendo, si infilò nelle calze delle fanciulle appese ad asciugare vicino al camino e, da allora... è rimasta la tradizione di appendere calze la notte di Natale per ritrovarle la mattina dopo colme di doni!
Secondo altre leggende, questo santo sarebbe entrato in possesso di un oggetto mitico, il Sacro Graal, che, oltre ad essere responsabile della sua capacità di "produrre in abbondanza" da regalare, fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa GregorioVII.
San Nicola si celebra il 6 Dicembre, quando il vecchio vescovo gira in groppa ad un asinello per portare regali ai bambini che ancora credono in lui.

SAN NICOLA E GESU' BAMBINO
Per tanti anni la notte dei doni venne identificata con il 5 Dicembre fintanto che - durante la riforma protestante durante la quale le figure dei Santi persero gran parte del fascino che esercitavano sulla gente - cominciò a girare voce che a portare  i regali la notte di Natale fosse invece il Bambino Gesù...
Non si sa come siano andate esattamente le cose in seguito, ma da allora prese piede la convinzione popolare che Gesù Bambino distribuisse i regali grazie all'aiuto di un misterioso vecchietto vestito con abiti vescovili.
In alcuni paesi, ad esempio in Olanda e Germania, si dice addirittura che al vecchio e al Bambino si siano uniti uno o più gnomi o folletti... vestiti di pellicce e muniti di un grosso libro nero e di una frusta da usare per punire i bambini che si sono comportati male durante l'anno!


SAN NICOLA VA IN AMERICA E DIVENTA BABBO NATALE

Furono proprio gli emigranti olandesi quando fondarono New Amsterdam, l'odierna New York, a portare il nome di San Nicola fino in America. Infatti, a proteggere i marinai che salparono verso il Nuovo Continente, sulla prua di una nave c'era proprio l'immagine di San Nicola (Sinter Klaas) con in bocca una lunga pipa olandese...
La figura del Sant'uomo piacque anche ai coloni inglesi e nel 1809 Washigton Irving pubblicò un libro, "Una storia di New York", in cui parlava di "Sancte Claus" (Sinter Klaas), un vescovo in miniatura che la notte di Natale cavalcava nei cieli, su un cavallo bianco, per portare i suoi doni ai bambini. Nel 1921 tal William Gilley, pubblicò un poemetto in cui "Santeclaus", vestito di pellicce, guidava invece una slitta trainata da una renna.
Poco dopo, nel 1923, Clement Clarke Moore scrisse un altro componimento che cominciava con le parole "Era la notte prima di Natale..." In esso un piccolo, vecchio uomo sfrecciava per i cieli su una minuscola slitta trainata da otto renne ed entrava nelle case attraverso il camino per colmare le calze di giocattoli.
Questi autori, con i loro scritti, ebbero così l'effetto di donare ufficialmente alla figura di San Nicola la cittadinanza americana.
Nel diciannovesimo secolo Santa Claus, divenuto oramai famoso in America, veniva rappresentato come uno gnometto impellicciato o come un vecchio di normale statura - ora grasso ora magro - vestito di diversi colori.
Fu all'inizio degli anni '30 che la Coca Cola, in cerca di nuove idee per promuovere la bevanda nei periodi invernali, assunse un celebre illustratore, Haddon Sundblom: fu lui a creare il primo disegno del moderno Santa Claus, il nostro Babbo Natale, vestendolo di bianco e rosso (e la scelta dei colori non fu casuale!) e facendone il delizioso e grasso vecchietto che noi tutti conosciamo...
 

La storia dell'albero di natale


L'immagine dell'albero (specialmente sempreverde) come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal Cristianesimo. La derivazione dell'uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stato provato con certezza. Sicuramente esso risale almeno alla Germania del XVI secolo. Ingeborg Weber-Keller (professore di etnologia a Marburgo) ha identificato, fra i primi riferimenti storici alla tradizione, una cronaca di Brema del 1570, secondo cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di Riga è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia (vi si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510).

Precedentemente a questa prima apparizione "ufficiale" dell'albero di natale si può però trovare anche un gioco religioso medioevale celebrato proprio in Germania il 24 dicembre, il "gioco di Adamo e di Eva" (Adam und Eva Spiele), in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare l'immagine del Paradiso. Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché quest'ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo. Avevano specialmente il dono di essere sempreverdi, dono che secondo la tradizione gli venne dato proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Non a caso, sempre in Germania, l'abete era anche il posto in cui venivano posati i bambini portati dalla cicogna.

L'usanza, originariamente intesa come legata alla vita pubblica, entrò nelle case nel XVII secolo ed agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania. L'uso di candele per addobbare i rami dell'albero è attestato già nel XVIII secolo.

Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno. I cattolici la consideravano un uso protestante. Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi. A Vienna l'albero di Natale apparve nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, ed in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orléans.

A tutt'oggi, la tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie correlate, è sentita in modo particolare nell'Europa di lingua tedesca (si veda per esempio l'usanza dei mercatini di Natale), sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico (che spesso lo affianca al tradizionale presepe). A riprova di questo sta anche la tradizione, introdotta durante il pontificato di Giovanni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza san Pietro a Roma.

Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e consumistica senza precedenti, che ha fatto dell'albero di Natale un potenziale status symbol e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate, alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio

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